Cos’è la scarificazione
La scarificazione consiste in incisioni, tagli della pelle (con coltelli, rasoi, conchiglie, pietre affilate, ecc.) bruciature, allo scopo di produrre cicatrici permanenti. Ogni cicatrice viene soffregata varie volte con polveri e prodotti coloranti e lasciata a lungo aperta, finché la particolare pelle cheloide non si cicatrizza con forte evidenza plastica.
I motivi preferiti sono solitamente di tipo geometrico ma a volte vengono incisi animali stilizzati. Ogni etnia usava i propri simboli. Sovente le donne avevano imponenti scarificazioni sul ventre che ne costituivano anche l’attrazione sessuale. Come il tatuaggio e la mutilazione, la scarificazione era considerata segno di qualificazione sociale e parecchie donne affermavano che senza quei segni non si sarebbero mai sposate.
Una importante documentazione di questa pratica, si trova nelle fotografie di Leni Riefenstahl che eseguì vari servizi fotografici in Africa attorno agli anni Settanta del secolo scorso, in particolare presso il popolo dei Nuba. Nonostante risultassero intollerabili agli occhi occidentali, le scarificazioni femminili erano fortemente attrattive per i gli uomini dei vari clan che non sopportavano la pelle liscia ma preferivano accarezzarne le escrescenze. Lo testimonia un canto d’amore bantù:
Che meraviglia il seno di Lie, gonfio come frutti di papaia!/La loro pelle, prima muta, liscia e insipida/Ora ha scalini regolari/Che portano alla loro sommità!/Percorrerli con le dita e con la bocca/Vederli così rilevati/Come gradini di un tempio/È un piacere che esalta il desiderio e l’amore
Impropriamente identificata con il tatuaggio, la scarificazione è diffusa soprattutto in Africa centrale ed in Nuova Guinea, sebbene molti governi locali le abbiano proibite. Questo processo venne utilizzato anche dalle popolazioni nordiche in epoca romana. Ad esempio gli storici romani affermavano che i Goti si incidessero le guancie per non far crescere la barba. Questo fine rimane molto dubbio, ma di fatto testimonia la pratica della scarificazione anche in epoca romana.
TECNICHE E SIGNIFICATI
Le tecniche di scarificazione sono varie e ognuna dà un messaggio diverso:
Il significato delle scarificazioni, come per i tatuaggi, è: di tipo estetico; di tipo apotropaico; di tipo onorifico; di tipo religioso (frequente tra gli indigeni convertiti al cristianesimo). In Etiopia molti indigeni abissini possono avere croci marcate a fuoco sulla fronte o scarificazioni col numero delle messe cui hanno assistito; di tipo informativo, ossia a quale clan si appartiene, lo stato sociale. Ad esempio gli Shilluk dell’Alto Nilo hanno sulle arcate sopraccigliari caratteristiche scarificazioni dette “a grani di rosario” che vengono eseguite sia sugli uomini sia sulle donne e dipinte con terra bianca per evidenziarle. In una tribù musulmana dell’Alta Etiopia, era usanza scarificare sul torso, le pene inflitte ai colpevoli di reati (furto di animali, adulterio, ecc.). La scarificazione di tipo totemico era legata animali in cui ci si identificava. I boscimani infatti, praticavano una serie di incisioni sulla fronte, dentro a cui cucivano microscopici frammenti di carne di antilope, animale di cui erano convinti di acquisire la velocità.
LA SCARIFICAZIONE OGGI
Oggi la scarificazione, oltre che come decorazione permanente finalizzata all’abbellimento del proprio corpo e all’espressione personale, viene anche effettuata per la parziale rimozione di tatuaggi e su cover-up.